Si gioca su un campo simile a quello degli impianti da beach volley ma utilizza delle reti da tennis (o quasi); sembra una partita a racchettoni e invece è roba seria: è il beach tennis, sport agonistico riconosciuto ufficialmente dal CONI nel 2011 e regolamentato all'interno della Federazione Italiana Tennis (FIT).

Storia del beach tennis

Il beach tennis è nato sulle nostre spiagge: furono i bagnanti della Riviera Romagnola ad avere infatti per primi l'idea di giocare a racchettoni in un campo da beach volley. Dopo qualche tempo, la rete da beach volley fu abbassata a 1,70 m per rendere il gioco ancora più avvincente, mentre i racchettoni si sono eviluti fino a diventare attrezzature sportive professionali.

Attrezzatura e campi da gioco

Le racchette regolamentari per il beach tennis sono lunghe al massimo 50 centimetri, con un piatto di 30 centimetri di larghezza massima e spessore massimo di 3,5 centimetri. Rispetto alla racchetta da tennis non c'è il piattocorde, mentre la superficie è liscia o al massimo traforata. 

Le palle utilizzate sono simili a quelle tradizionali del tennis. Il campo è lungo 16 metri e largo 4,5 m per il singolo, oppure lungo 16 e largo 8 per il doppio. 

A differenza del tennis, la pallina non deve mai toccare terra, altrimenti è punto per l'avversario. La conseguenza è un gioco atletico, acrobatico e, in una sola parola, spettacolare.

Il Beach Tennis alle Olimpiadi?

Nelle ultime Olimpiadi di Londra 2012 sono state disputate delle partite di prova di beach tennis: questo sport ha così dimostrato di non aver nulla da invidiare agli altri sport e di essere ormai pronto alla competizione olimpionica.

Nel frattempo, lo si può provare sulle spiagge italiane, in particolare quelle della mitica Riviera Romagnola. E tra sole, mare e racchette da beach tennis, il divertimento è assicurato!